Ricordando Paolo Borsellino a 20 anni dalla strage di via d’Amelio

”Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere,

qualunque sia il sacrificio da sopportare,

costi quel che costi,

perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana”

(P. Borsellino)

PERCHE’ LA MEMORIA DIVENTI PIETRA ANGOLARE DELLA DIGNITA’ UMANA

L’AZIONE CATTOLICA SICILIANA, riunita ad Erice il 30 giugno e il 1 luglio 2012, per approfondire il tema “Famiglia valore: dagli io al noi e viceversa”, vuole fare memoria dell’attentato del 19 luglio 1992 in via D’Amelio a Palermo, in cui morirono Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta.

Memoria perché ogni vittima della criminalità organizzata ha il diritto di essere ricordata per aver contribuito alla lotta contro la mafia.
Memoria che si trasforma in impegno perché queste vittime non meritano soltanto di essere semplicemente ricordate.

L’impegno preso non porterà alla gloria e non porterà nessuno di noi ad essere eroi; l’impegno preso ci renderà veri cittadini, cittadini che comprendono e rispettano con orgoglio i diritti e i doveri, i fondamenti della solidarietà e della legalità.

La mafia non si può vincere da soli: va combattuta insieme, come tanti alberi piantati su una collina, che solo intrecciando le loro radici possono impedire che scivoli a valle. Così solo tante coscienze intrecciate possono lottare contro la mafia e vincerla.

“La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”. (P. Borsellino)

Bisogna contrapporre, al comportamento mafioso, condannato come non cristiano, anzi come anticristiano, un comportamento alternativo che si richiama ai valori del Vangelo.

La mafia nega il Vangelo. È l’Antivangelo.

È necessario essere contro il pensiero mafioso, la corruzione ed i soprusi, ma è importante “essere per”, costruire percorsi e spazi di libertà, cittadinanza, informazione, legalità, giustizia, solidarietà.
La presenza di una società civile forte e con diritti garantiti è un passo fondamentale per la lotta alle mafie. Questo è solamente possibile attraverso la creazione di un circolo virtuoso che punti alla costruzione di una vera democrazia. I principi della legalità hanno bisogno di essere tradotti, concretizzati, affinché si resti dalla parte della legalità e della giustizia.
C’è una gran voglia di cambiamento, c’è continuità e coerenza nell’impegno profuso in questi anni dalla Chiesa su tutto il territorio, ma c’è bisogno di continuare ancora più forti e con più coraggio perché, come recitava padre Davide Maria Turoldo: “lo spirito è l’universo che non lascia dormire la polvere”.

Tocca a noi non fare dormire questo spirito in questa società.

“La mafia non è affatto invincibile”, lo diceva Giovanni Falcone in una celebre intervista a Raitre, è una cultura che ha prodotto i suoi miti, e il più radicato è proprio quello dell’invincibilità, che ne consolida il potere, quando non lo si combatte con l’azione più efficace: l’educazione.

Quell’educazione che per l’Azione Cattolica da sempre è la scelta che sta all’origine di tutte le altre e di essa costituisce il cuore per vivere nella semplicità della vita di ogni giorno il valore assoluto e non scontato del mistero di Cristo nella storia dell’oggi.

Allora, forse, è proprio l’educazione l’arma più potente perchè le idee di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e di tutti gli altri eroi più o meno conosciuti, che hanno sacrificato la vita per questi ideali, possano camminare sulle strade del 2012. Siamo chiamati tutti ad un impegno di formazione delle coscienze perchè ciascuno riscopra la propria dignità e il rispetto delle regole della vita comunitaria che mettono al centro il valore di ogni persona.

La Delegazione Regionale dell’Azione Cattolica Siciliana