La spiritualità del socio di AC

Dare il primo posto alla spiritualità è sempre stata la caratteristica degli itinerari formativi dell’Azione Cattolica. Questo primato segna lo stile del nostro essere aderenti all’ACI, laici per la missione della Chiesa, ed è il fondamento di ogni nostro incontro, iniziativa, programma, progetto. L’ACI si propone, infatti, per adulti, giovani e ragazzi, come scuola di vita cristiana e scuola di santità.La spiritualità del socio di ACI si caratterizza, pertanto, come:

1.    Spiritualità vocazionale:

Il Battesimo e la Confermazione sono segni del nostro riconoscerci chiamati a essere santi. Questa chiamata è la stessa per tutti, ma la nostra risposta viene data su molte strade diverse, che attraversano l’infinita varietà delle cose create da Dio. Ogni uomo vive un’esistenza singolare, unica, irripetibile: così è la sua strada alla santità. Ogni vocazione è profondamente personale.
La vocazione laicale incarna la comune vocazione alla santità nel contesto complesso delle realtà temporali, in relazione alla particolare condizione di vita, agli impegni nella comunità ecclesiale e a quelli per la costruzione della città dell’uomo.
E’ essenziale per gli aderenti all’AC l’educazione alla consapevolezza di essere chiamati personalmente dall’amore di Dio. Aiutare ciascuno a scoprire a cosa serve la propria vita. Un’educazione a saper discernere la propria chiamata, tenendo presente tutto l’orizzonte delle possibilità vocazionali, e a saper rispondere con la vita.
Nella necessaria individualità della risposta personale, la vocazione è però anche un fatto ecclesiale: ha una rilevanza comunitaria. La storia della salvezza individuale, infatti, è vissuta dentro la più grande storia della salvezza, in un dinamismo che è personale e comunitario.
Il carattere vocazionale è sottolineato nell’esperienza dei soci di ACI dalla proposta di un cammino di gruppo in cui l’incontro e lo scambio reciproco si fanno aiuto a maturare la consapevolezza dell’essere chiamati e sostegno al discernimento.

2.    Spiritualità ecclesiale:

La vita nello Spirito non può crescere se non matura di pari passo il senso ecclesiale, con un’adesione sempre più motivata alla Chiesa-mistero, segno terreno dell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; se non aumenta a mano a mano il senso della corresponsabilità e della condivisione del cammino della Chiesa-popolo di Dio, del suo compito di annuncio del Vangelo, della sua vita liturgica, del suo impegno pastorale.
La vita spirituale si alimenta alla fonte della Trinità, che è comunione, vita di relazione, e di cui il cristiano porta il sigillo in forza del battesimo. E’ proprio la consacrazione battesimale, segnando l’inserimento nella comunità dei credenti, a fare sì che il cristiano abbia come caratteristica la relazione: l’essere non per se stesso, ma in comunione con l’Altro e con gli altri.
Il popolo cristiano è un popolo di sacerdoti, perché tutti i fedeli battezzati sono partecipi del sacerdozio di Cristo. Come popolo di Dio celebriamo nella liturgia la nostra vita, e nella vita offriamo a Dio un sacrificio spirituale come veri adoratori del Padre in Spirito e Verità. Le grandi cose che l’amore del Padre opera in ciascuno sono celebrate nel rendimento di grazie che offriamo insieme per le “meraviglie” che Dio ha compiuto e compie per il suo popolo.
Questo carattere è sottolineato nell’esperienza dei soci di ACI dalla proposta di una spiritualità non giovanilistica o “speciale”, ma della spiritualità della Chiesa, maturata e vissuta da adulti, giovani e ragazzi, dentro il popolo di Dio, nella fedeltà ai suoi ritmi liturgici, attraverso gli strumenti comuni accessibili a tutti, espressa mediante il linguaggio ricco ed essenziale della liturgia.

3.    Spiritualità laicale:

Santità significa piena maturità umana e cristiana; i due aspetti non si contrappongono, perché ciò che è cristiano è pienamente umano. Una santità laicale, quella a cui tendiamo, perché vissuta nell’ordinarietà delle cose quotidiane, dentro le vicende comuni.
Nel tessuto delle cose feriali della vita il laico, il socio di ACI, sperimenta il tentativo della mediazione tra Dio e il mondo, tra la fede e la storia, tra i valori e i comportamenti. Il tentativo di incarnare nella vita familiare, nei rapporti con le persone, nel lavoro, nello studio, nell’impegno sociale, la radicalità del messaggio delle Beatitudini.
Vorremmo valorizzare una spiritualità popolare che risponda al “qui” ed “ora” dell’esperienza di ogni persona, fedelmente al proprio tempo, alla storia di questa gente, e alle esigenze del Vangelo. Questo carattere è sottolineato nell’esperienza degli aderenti all’ACI dalla tensione a vivere la pienezza del Battesimo, l’appartenenza a Cristo e alla sua Chiesa, in una “giovinezza del cuore” che da tale appartenenza riceve luce e significato e che si fa dono per la missione della Chiesa nel mondo.

Da queste ragioni di fondo e da questi caratteri derivano gli obiettivi e gli itinerari che scandiscono il cammino spirituale dei soci di ACI:

A.    PREGHIERA COME ASCOLTO. La sistematicità del cammino:

OBIETTIVI
•    Vivere la preghiera come centro della vita spirituale;
•    Imparare a fare della Parola la sorgente quotidiana di discernimento, rinnovamento interiore e unificazione della coscienza;
•    Promuovere la progressiva personalizzazione dell’itinerario di fede curando il realizzarsi di un’educazione alla preghiera le cui tappe accompagnino a illuminino il cammino dell’esistenza intrecciandosi con le tappe della vita per condurla alla pienezza;
•    Curare la sistematicità della formazione spirituale per aiutare la persona ad acquisire alcuni atteggiamenti essenziali: la capacità di fare silenzio per ascoltare, la maturità della pazienza e della costanza, ecc;
•    Favorire l’integrazione tra preghiera ordinaria ed esperienze forti; in maniera che momenti quali gli esercizi spirituali o i ritiri di gruppo possano contribuire a fare più ricca la quotidianità della preghiera e a sostenerla.

ITINERARI
•    Garantire la regolarità dei momenti di preghiera nella vita del gruppo in modo che ciascuno sia aiutato ad acquisire metodo e costanza nella preghiera personale;
•    Promuovere l’organizzazione di Scuole della Parola e di corsi biblici;
•    Educarsi alla Lectio Divina: lettura, meditazione, preghiera, contemplazione della Parola, azione;
•    Abituarsi al confronto costante con un Padre spirituale sviluppando nella sistematicità del cammino la coscienza critica e il discernimento interiore; imparando a sentire l’importanza della mediazione della Chiesa.

B.    PREGHIERA PERSONALE E PREGHIERA LITURGICA. Educazione alla fede della Chiesa

OBIETTIVI
•    Vivere la liturgia come fonte e culmine della vita spirituale, scuola, in cui si apprende a tradurre in impegno di vita il mistero celebrato;
•    Imparare a cogliere la presenza di Dio in ogni ora del giorno facendo del tempo, con la Chiesa, una continua lode al Signore;
•    Riscoprire la centralità dell’Eucarestia nella vita liturgica e nella vita di fede personale e comunitaria; imparare a rendere grazie, soprattutto nel giorno del Signore, nel rinnovarsi del mistero dell’unione a Cristo e dell’intimità con Dio, del sacrificio pasquale fonte di salvezza per tutti gli uomini;
•    Educarsi a vivere il sacramento della Riconciliazione come celebrazione dell’amore misericordioso di Dio che ricompone i frammenti della coscienza divisa, e a testimoniare nella vita lo stile del perdono;
•    Imparare a rapportarsi alla tradizione della Chiesa cogliendone il legame con la novità dell’oggi;
•    Crescere nella consapevolezza che la nostra fede ha radici lontane: nella fede dei nostri Padri, nello svolgersi della storia del popolo di Dio.

ITINERARI

•    Imparare a conoscere e a comprendere il linguaggio della liturgia;
•    Imparare a scandire le ore del giorno facendo propria la preghiera quotidiana della Chiesa: lodi, ora media, vespri, compieta;
•    Comprendere il linguaggio dei salmi come espressione privilegiata della liturgia della Chiesa perché preghiera di Cristo e preghiera dell’uomo;
•    Imparare a comprendere il significato della Celebrazione Eucaristica nei suoi diversi momenti, per partecipare ad essa con fede consapevole;
•    Esercitarsi a cogliere il rapporto tra Eucaristia e missione, anche attraverso concreti gesti di condivisione che trovino nella celebrazione eucaristica il loro riferimento fondamentale;
•    Imparare a portare nella celebrazione eucaristica, soprattutto attraverso la preghiera dei fedeli, le gioie e le speranze, le attese e le angosce degli uomini del nostro tempo,
•    Educarsi ad accompagnare ed interpretare la Parola attraverso gli scritti dei Padri della Chiesa;
•    Educarsi ad un accostamento personale e di gruppo alla vita dei santi e di Maria, come modelli di fede e sostegno al proprio cammino di santificazione.

C.    PREGHIERA ED ASCESI. Vita di carità e beatitudini

OBIETTIVI

•    Crescere nella carità, nella consapevolezza che il progredire nell’amore è ciò che rivela la pienezza del cammino spirituale e l’autenticità di un itinerario di preghiera;
•    Educarsi ad essere poveri, casti, obbedienti, miti, umili, generosi, sapienti…vivere l’esercizio delle virtù, l’etica delle Beatitudini, sapendo che è l’amore di Dio che, chiedendoci di essere come lui ci vuole, purifica ogni nostro atto e pensiero;
•    Imparare a trasformare la vita in preghiera, a lasciar trasparire nella storia degli uomini la presenza di dio e a portare in essa l’annuncio della salvezza;
•    Educarsi al discernimento, al saper leggere i “segni dei tempi”, e a saper riconoscere l’azione di Dio nel mondo per poter vedere e scegliere il bene e il meglio nel qui ed ora attraverso una coscienza illuminata dalla Parola.

ITINERARI

•    Imparare attraverso l’esame di coscienza a rileggere nella preghiera la propria vita;
•    Educarsi alla sobrietà;
•    Imparare a fare della gratuità il criterio del rapporto con gli altri;
•    Esercitarsi alla concreta condivisione di ciò che si è , si ha e si è capaci di fare;
•    Imparare a riconoscere e a far risaltare il sapore delle cose, il valore e la bellezza delle persone, degli eventi;
•    Imparare a mettersi in discussione, a relativizzare il proprio punto di vista nel confronto con l’altro;
•    Ricercare nella Bibbia e nella Storia della Chiesa significativi modelli di laicità;
•    Accostarsi alle figure del nostro tempo che hanno saputo incarnare un modello di santità laicale.