Giovani di AC: santi nel quotidiano

Gli Orientamenti per il triennio 2011-2014 che sono stati elaborati a partire dalla XIV Assemblea nazionale e che impegnano l’Ac per il prossimo futuro sono chiari già a partire dal titolo. Scegliere come impegno oggi, nel nostro tempo, di vivere la fede e amare la vita è un segno forte di coraggio per testimoniare come alla base delle scelte di bene per la Chiesa e per il paese deve necessariamente esserci una fede autentica, vissuta in pienezza, abbondantemente riversata nella passione per l’uomo e per la sua storia. È il tempo favorevole per poter, senza paura, raccontare a tutti come l’incontro con Dio e la buona notizia del Vangelo cambiano ogni giorno la nostra vita. Anche il Santo Padre Benedetto XVI, in occasione della XIV Assemblea nazionale, ci ha incoraggiato a continuare nel nostro impegno solerte, insieme con i nostri pastori, per dare buona testimonianza in ogni ambito della vita, aspirando costantemente alla santità nel quotidiano. Tutto il triennio sarà scandito dalle esortazioni del Santo Padre che chiede all’Ac di aiutare il paese a «rispondere alla sua vocazione peculiare, collocata nel Mediterraneo, crocevia di culture, di aspirazioni, di tensioni che esigono una forza di comunione, solidarietà e di generosità». Allora i tre orizzonti sui quali l’Ac sceglie di impegnarsi sono: una fede che cambia la vita, generando scelte; la vita associativa al servizio dell’educazione; l’impegno per il bene comune.
È il tempo favorevole quindi per riscoprire innanzitutto, come soci di Ac e in particolare come giovani, la bellezza dell’incontro con il Signore, la meraviglia di poterlo raccontare, la gioia di accompagnare altri giovani e ragazzi in questa esperienza che ci trasforma, che ci cambia la vita appunto. Un fede sempre più incarnata che ci permette di contagiare chiunque incontreremo nel nostro percorso, trasmettendo e scegliendo in prima persona nuove forme di impegno per cambiare e migliorare il nostro tempo.
Ecco allora che la consapevolezza di non essere soli, ma di sentirci costantemente immersi in un  “noi” associativo, diventa la forza trainante e la fonte di energia in questo tempo, caratterizzato dal dilatarsi delle disgregazioni, dei modelli di separatezza, delle tensioni verso l’egoismo e l’individualismo. Un “noi” vissuto sulla propria pelle, nell’incontro trasparente e fiducioso dell’Altro, nel gruppo di Ac, e nella quotidianità della vita parrocchiale. Un noi che diventa ricchezza, quanto più ci si accorge che la diversità e l’accoglienza di ciascuno non divide, ma fortifica, unisce, moltiplica il bene. Questo è il tempo, si! Per continuare a “sporcarsi le mani” a educare e formare coscienze, come ci chiedono i vescovi italiani per il prossimo decennio, elemento imprescindibile per l’Ac, caratterizzante il dna associativo, edificante il Regno di un Dio innamorato dell’uomo e della sua vita.
È il tempo per fare scelte concrete, segni visibili per il bene comune, che possono aiutare il paese nell’edificazione di una società in cui la centralità dell’uomo è valorizzata in tutti i suoi aspetti, spirituale, relazionale, professionale, culturale, in cui dignità e diritti di ciascuno non sono costantemente minacciati da potere e compromessi. L’impegno dell’Ac e dei giovani allora non può che essere il rinnovare il proprio stile di vita alla luce della fede, attraverso scelte che concretamente toccano la convivenza comune: «il rispetto assoluto della vita, il riconoscimento e la promozione della famiglia come cellula fondamentale della società, la sobrietà delle scelte quotidiane, la solidarietà verso i singoli e famiglie in difficoltà, il senso del dovere professionale, il valore dello studio, la tensione verso le nuove generazioni, la coerenza tra sfera priva e sfera pubblica, la scelta preferenziale dei poveri, l’attenzione alla vita amministrativa e politica delle città e del paese, l’accoglienza degli immigrati ». (dal Documento assembleare della XIV Assemblea nazionale) In un triennio che vogliamo sia caratterizzato dalla fiducia nel Signore, nella Chiesa e nell’uomo, siamo pronti – raccogliendo l’invito del Santo Padre – a essere sempre “generosi, accoglienti e solidali”, consapevoli che vale sicuramente la pena vivere nell’ottica del dono e del “consumarsi” per l’Altro e per gli altri.

Lisa Moni Bidin e Marco Sposito, Vicepresidenti nazionali per il Settore Giovani