“Chiamati ad essere santi insieme”: un itinerario di preghiera sulle Beatitudini

<<Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.>> Con queste parole, tratte dal Vangelo di Matteo (5,13-16), si concludono, per così dire, le Beatitudini, il brano evangelico che tanto intensamente esprime la forte novità portata dal Signore sulla terra.
Gesù dice: <<Voi siete>>, non <<siate>>. Non si tratta quindi di un invito, di una sollecitazione: è, piuttosto, il disvelamento di una identità. Certamente non siamo noi stessi la luce (guai ad avere questa pretesa!): lo siamo per il nostro essere fedeli alla chiamata del Signore. Scriveva Bonhoeffer: <<Chi, raggiunto dalla chiamata di Gesù, si è mosso al suo seguito, a causa di questa chiamata, è sale e luce>>. Siamo, perciò, il riflesso di una Luce verso la quale dobbiamo orientare, in modo che essa appaia con chiarezza e che per questo motivo gli uomini rendano gloria al Padre.
La lampada che non può essere messa sotto il moggio, la città che è collocata sopra il monte sollecitano a esprimersi con chiarezza e a mettere in pratica ciò che si afferma. Non siamo tanto noi a dover apparire, quanto le nostre <<opere buone>>, che si esprimono in quel mondo di cui si è la luce, evitando sia una visibilità ostentata e superba, perché non sono le nostre persone a rifulgere, sia il nascondimento e l’indifferenza, perché ciò significherebbe rifiutarsi di rispondere alla chiamata stessa.

Tutto ciò porta come conseguenza quasi spontanea e naturale, anche se non sempre facile da concretizzare, la missione. La santità laicale va considerata nel suo aspetto di servizio e responsabilità nel costruire la Chiesa e nell’edificare il mondo secondo il progetto di Dio. I laici sono dunque chiamati a tenere insieme, armonicamente, una  “doppia cittadinanza”: quella terrena e quella celeste. Ed è proprio dei laici associati vivere con passione il proprio territorio, guardare con attenzione e competenza alle vicende del Paese, lasciarsi interrogare dalle grandi dinamiche che interconnettono il mondo intero. Portare il Vangelo negli spazi e nei tempi della vita umana è loro compito. Ed è il grande contributo che essi danno per l’edificazione del bene comune.

Al fine di formare laici che “guardino al cielo, tenendo i piedi per terra”, mettiamo a disposizione di tutti un itinerario di riflessione e di preghiera realizzato in diocesi nell’Anno Associativo 2008/2009, ma sempre valido e riadattabile alle esigenze dei gruppi parrocchiali.

L’itinerario è costruito sulle otto Beatitudini evangeliche, messe in relazione con delle figure di santità laicale della storia dell’azione Cattolica. Guardare ai santi, infatti, non significa cercare modelli da copiare, ma scrutare nella vita degli altri l’azione dello Spirito e allenarsi ad accoglierla a nostra volta. Guardare ai santi significa ancora “mollare gli ormeggi” e “prendere il largo”! Diceva don Tonino Bello: «Essere uomini fino in cima significa essere santi. Non fermatevi, perciò, a mezza costa: la santità non sopporta misure discrete».

A metà di ciascun incontro di preghiera è prevista una Testimonianza ” a viva voce”, mentre alla fine è prevista l’Adorazione del SS. Sacramento. La struttura di ciascun incontro può ovviamente essere modificata dalla vostra fantasia e dalla specificità del vostro gruppo, parrocchia, associazione.

Ecco i temi degli otto incontri, con i relativi libretti della liturgia e dei canti. Per i profili di santità laicale scelti, si veda nella sezione di questo Sito “Testimoni del nostro tempo”:

 

1. Beati i poveri in spirito. Pier Giorgio Frassati, un giovane povero “in spirito”.Cfr. beati i pov,eri in spirito

2. Beati gli afflitti perché saranno consolati. Nennolina: quando l’amore supera il dolore. Cfr. beati gli afflitti

3. Beati i miti perché erediteranno la terra. Gino Pistoni, il partigiano disarmato. Cfr. Beati i miti

4. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati. Rosario Livatino, un martire della giustizia e della fede. Cfr. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia

5. Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia. Alberto Marvelli, l’ingenere della misericordia. Cfr. Beati i misericordiosi

6. Beati i puri di cuore perché vedranno Dio. Mario Fani, il giovane che unì i giovani cattolici italiani. Cfr. Beati i puri di cuore

7. Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio. Giorgio La Pira, un sindaco “costruttore” di pace. Cfr. beati gli operatori di pace

8. Beati i perseguitati per causa della giustizia perché di essi è il Regno dei cieli. Vittorio Bachelet, un uomo delle istituzioni perseguitato a causa della giustizia. Cfr. beati i perseguitati a causa della giustizia

Margherita Marchese