Giovani aperti alla vita!

Il messaggio dei vescovi italiani per la Giornata della vita (5 febbraio 2012)

La vera giovinezza risiede e fiorisce in chi non si chiude alla vita. Essa è testimoniata da chi non rifiuta il suo dono – a volte misterioso e delicato – e da chi si dispone a esserne servitore e non padrone in se stesso e negli altri. Del resto, nel Vangelo, Cristo stesso si presenta come “servo” (cfr Lc 22,27), secondo la profezia dell’Antico Testamento. Chi vuol farsi padrone della vita, invecchia il mondo.
Educare i giovani a cercare la vera giovinezza, a compierne i desideri, i sogni, le esigenze in modo profondo, è una sfida oggi centrale. Se non si educano i giovani al senso e dunque al rispetto e alla valorizzazione della vita, si finisce per impoverire l’esistenza di tutti, si espone alla deriva la convivenza sociale e si facilita l’emarginazione di chi fa più fatica. L’aborto e l’eutanasia sono le conseguenze estreme e tremende di una mentalità che, svilendo la vita, finisce per farli apparire come il male minore: in realtà, la vita è un bene non negoziabile, perché qualsiasi compromesso apre la strada alla prevaricazione su chi è debole e indifeso.
In questi anni non solo gli indici demografici ma anche ripetute drammatiche notizie sul rifiuto di vivere da parte di tanti ragazzi hanno angustiato l’animo di quanti provano rispetto e ammirazione per il dono dell’esistenza.
Sono molte le situazioni e i problemi sociali a causa dei quali questo dono è vilipeso, avvilito, caricato di fardelli spesso duri da sopportare. Educare i giovani alla vita significa offrire esempi, testimonianze e cultura che diano sostegno al desiderio di impegno che in tanti di loro si accende appena trovano adulti disposti a condividerlo.
Per educare i giovani alla vita occorrono adulti contenti del dono dell’esistenza, nei quali non prevalga il cinismo, il calcolo o la ricerca del potere, della carriera o del divertimento fine a se stesso.
I giovani di oggi sono spesso in balia di strumenti – creati e manovrati da adulti e fonte di lauti guadagni – che tendono a soffocare l’impegno nella realtà e la dedizione all’esistenza. Eppure quegli stessi strumenti possono essere usati proficuamente per testimoniare una cultura della vita.
Molti giovani, in ogni genere di situazione umana e sociale, non aspettano altro che un adulto carico di simpatia per la vita che proponga loro senza facili moralismi e senza ipocrisie una strada per sperimentare l’affascinante avventura della vita.
È una chiamata che la Chiesa sente da sempre e da cui oggi si lascia con forza interpellare e guidare. Per questo, la rilancia a tutti – adulti, istituzioni e corpi sociali – perché chi ama la vita avverta la propria responsabilità verso il futuro. Molte e ammirevoli sono le iniziative in difesa della vita, promosse da singoli, associazioni e movimenti. È un servizio spesso silenzioso e discreto, che però può ottenere risultati prodigiosi. È un esempio dell’Italia migliore, pronta ad aiutare chiunque versa in difficoltà.
Gli anni recenti, segnati dalla crisi economica, hanno evidenziato come sia illusoria e fragile l’idea di un progresso illimitato e a basso costo, specialmente nei campi in cui entra più in gioco il valore della persona. Ci sono curve della storia che incutono in tutti, ma soprattutto nei più giovani, un senso di inquietudine e di smarrimento. Chi ama la vita non nega le difficoltà: si impegna, piuttosto, a educare i giovani a scoprire che cosa rende più aperti al manifestarsi del suo senso, a quella trascendenza a cui tutti anelano, magari a tentoni. Nasce così un atteggiamento di servizio e di dedizione alla vita degli altri che non può non commuovere e stimolare anche gli adulti.
La vera giovinezza si misura nella accoglienza al dono della vita, in qualunque modo essa si presenti con il sigillo misterioso di Dio.

IL CONSIGLIO PERMANENTE CEI

 

Aiutare gli altri a scorgere la bellezza della vita (il commento dell’AC al Messaggio dei Vescovi)

Il 5 febbraio si celebra nelle parrocchie la Giornata per la vita. Pubblichiamo l’articolo scritto dal presidente Franco Miano per il mensile del Movimento per la vita: “Il rifiuto della propria esistenza deriva spesso dal non essere stati aiutati a sperimentarne la bellezza”.

 

“Per educare i giovani alla vita occorrono adulti contenti del dono dell’esistenza, nei quali non prevalga il cinismo, il calcolo o la ricerca del potere, della carriera o del divertimento fine a se stesso… La vera giovinezza si misura nella accoglienza al dono della vita, in qualunque modo essa si presenti con il sigillo misterioso di Dio”. Tra i tanti aspetti del Messaggio che il Consiglio Permanente della CEI ha predisposto per la Giornata della vita 2012 può essere opportuno sottolineare come cifra sintetica queste parole, che mettono in evidenza la necessità, da parte dei cristiani, di accogliere il grande dono della vita, di riuscire a viverlo con gioia e di testimoniarlo nella quotidianità.
Certo, sappiamo che sul fronte dell’esistenza umana ci sono gravissimi problemi che meritano un’attenzione specifica, quali aborto, eutanasia, eugenetica… Tuttavia, vorremmo ricordare che il rifiuto della vita deriva spesso dal non essere stati aiutati a sperimentarne la bellezza. Da qui trae origine il compito fondamentale degli adulti, che, come afferma il Messaggio, sono oggi chiamati ad assumere con più forza e consapevolezza una rinnovata responsabilità educativa anche in questo ambito. Un compito volto non soltanto a esplicitare il significato della vita e la gioia di vivere, ma anche a renderne testimonianza concretamente, per poter essere esemplari nel sostenere e promuovere scelte valoriali.
È questo l’impegno dell’Azione Cattolica, la quale, attraverso i suoi percorsi formativi e la sua esperienza di associazione diffusa sul territorio, aiuta a vivere e a sperimentare nel quotidiano e in ogni situazione, a volte anche la più difficile, la bellezza della vita, accompagnando le persone con decisività e delicatezza, con fiducia e speranza, in un cammino fatto di discernimento e – allo stesso tempo – di progettualità operosa.